Altötting


Altötting,

dove vado per trovare la Regina della città

nella sua capellina 

al centro dell'immensa piazza,

circondata da case amiche aperte all'accoglienza.

Qui tutto è semplice

sincero,

aperto

bello,
non esclusi il mulino

e le case dei contadini,

così com'è la dimora della Regina,

la madre del Principe dell'universo

,

Una favola nuova


Clicca qui: http://paginarioattuale.blogspot.com/ per seguire le novità

C'era una volta un tale che, tra un pensiero e un altro, ammirò il creato e, al  veder l'enorme ricchezza degli animali, cominciò a ragionare a questo modo: "... Se sono così belli, se sono così diversi, se sono pieni di vita, se, se, se ... allora è bene che anch'io cerchi di imitarli in qualche modo!".
Se sono così forti, se litigano per vincere, se uccidono per divorare, se, se, se ... allora è bene che anch'io non manchi di imitarli nel bisogno!".
Così dopo aver pensato e dopo averlo detto ... si ammantò di una splendida criniera, lasciò crescere gli artigli sulle mani e le corna sulla testa e al solo ululare della sua voce rabbrividivano quei poveretti che lo avevano sentito anche da lontano.
Basta! La sua fama fece il giro della terra, acquistò credito e, infine, s'impose con facilità.
Ecco, perché oggi di uomini veri ce ne sono così pochi! Didipende dal fatto che sono cresciuti enormemente di numero gli animali falsi.

LE FAVOLE DEL BISNONNO (un nuovo libro di favole)




Un nuovo libro di favole
tratte dal PAGINARIO 2010

e una nuova aggiunta di favole
(le favole del paginario 2009)


Con le favole non si costruisce la vita,
ma con la vita si può costruire un mondo di favola.


Per leggere l'intero libro di favole basta cliccare sull'elenco delle pagine della colonna qui a sinistra,
mentre su questa facciata si può leggere una breve 
Presentazione
Le 'fiabe' sono immaginarie.
Le fiabe cominciano, per esempio, con: "Un corvo che su un ramo di un albero riposava...". Mostrano quadri, episodi: una scenetta e la lasciano all'interpretazione del lettore senza l'obbligo di ritenerla valida, anche quando indica una certa verità.
Le favole invece sono vere. Raccontano una storia supposta, ma non impossibile. Cominciano con un: "C'era una volta...". 
Le 'favole' sono anche sogni a occhi aperti, altre volte invece addormentati, di chi poi ce li racconta. Se dicono la verità, possono essere comprese solamente dopo essere viste e vissute nella pratica quotidiana e, alle volte, provate con l'esercizio delle virtù e la buona volontà dello spirito. Per questo possono diventare patrimonio della sapienza dei popoli e ricchezza delle persone che hanno conservato la semplicità e il calore di un cuore aperto.
Le mie favole sono più modeste e alla buona. Ne ho scritte almeno trecento fino a dieci anni fa e ancora un centinaio in quelli successivi e, se non ci fosse stato Google, non le avrei potute raccontare. Sono talmente che molte sono trascrizioni camuffate di fatti avvenuti (1).
Altre favole famose (non mie) presentano dei fatti non ancora accaduti e li raccontano i profeti, come i sogni di Giuseppe (2) e, anche questi sogni, per diventare veri, a maggior ragione, devono essere approvati dalle dimostrazioni pratiche di una vita talvolta eroica. In certi casi sono una manifestazione laica non solo della sapienza popolare, ma persino una rivelazione del Cielo, che viene ad allietare le abitudini trite e ritrite della storia di tutti i giorni.
Le favole sono la voce, il discorso e il canto dell’uomo e della intera comunità. 
(1) Vedi: "Due computer, due papà e due bambini" e: "Il re, il principe e il servo" nel libro "Le chiavi del castello", cliccando su elenco pagine qui a latp).
(2) vedi: "Giuseppe, sogni straordinari..." nel libro "Un filosofo legge la bibbia" cliccando su paginariomedibibbia)

Foto impressioni 2°

I colori della natura














Navigare 
per stare a galla.












La natura riposa
ma non dorme. 












La natura è più bella senza belletto.








Basta poco sole 
al primo suo apparire
per illuminar 
le molte ombre 
della notte.












Le galline sono sempre libere
l'asino è sempre legato.

GIUDA: un recital DA LEGGERE



Si può leggere l'intero testo cliccando 
nell'elenco qui a lato delle PAGINE su 
GIUDA e altri personaggi ...



Il testo riporta una commedia scritta tanto tempo fa e, oggi, quanto mai attuale, nei ritagli di tempo quando ero di guardia in un grosso ospedale come medico anestesista.


Immaginiamoci un mondo dove recita un Lazzaro risorto, ma anche un Giuda e ancora tanti personaggi, alcuni noti, altri meno, possiamo allora costruire con la fantasia un luogo, una casa, una strada, insomma la scena d’una commedia, come quella scritta in questo libro pur modesto. 
Ebbene, a lettura terminata, ci troveremo con una ruga in meno e un sorriso in più venuto ad abbellire il nostro volto.

Il termine paginario è anche il titolo dei miei diari. Riportano qualche ricordo, numerose foto, resoconti vari e, ancora, con favole che regalavo ai miei piccoli clienti per togliere loro l'imbarazzo di aver a che fare con un dottore. 
Vedi anche:
paginario bacheca.blogspot.com
paginarioattuale.blogspot.com

Queste poche righe per presentare testo e autore.
Spero che chi leggerà i miei scritti possa trovare un amico, anche se sconosciuto, ma non lontano: sarà per me sempre interessante poter leggere i suoi commenti  su internet, per gioirne insieme se positivi, per correggermi subito se critici.


LE CHIAVI DEL CASTELLO - un libro di favole

per leggere l'intero libro clicca sulle PAGINE qui a lato





LE CHIAVI DEL CASTELLO


UN LIBRO DI FAVOLE


INTRODUZIONE
Dopo aver scritto alcuni libriccini di favole, che voi forse avrete già letto, mi chiederete ora se le ho inventate io oppure se le ho ascoltate da qualcun altro.
Ebbene, vi accontento subito.
È stata una fata a raccontarmele, e io le ho scritte come voci di un eco che non si vuol mai perdere per rinnovare quell’incanto che ho provato quando me le raccontava.
Infatti...


L’ECO
C’era una volta una terra aspra e brulla, fatta di montagne con pareti scoscese su una valle profonda e senza luce, dove regnava un silenzio glaciale da far paura.
Venne proprio lì a passeggiare una fata bellissima che aveva una voce soave e disse una parola, nemmeno a voce alta, che era però incantata.
E subito da ogni parte, più volte rispose l’eco, animando un colloquio fatto di voci nuove.
Da allora in quella valle cominciarono a stormire le fronde, a sussurrare le acque, a scrosciare le cascate, a orchestrare gli uccelli ed in ogni dove comparve sovrana l’armonia.
Ed era bastata una parola, una parola sola, ma incantata, e incantò quella volta anche l’anima mia...


Ma ora vi lascio alla lettura delle altre favole così anche voi scoprirete quale sia la parola incantata che ho ascoltato dalla fata e me la potrete ridire per incantare di nuovo il mio cuore.


LE CHIAVI DEL CASTELLO
C’era una volta un re molto ricco che abitava nel più bel castello che sia mai esistito, con i tesori più preziosi che siano mai stati raccolti, con quelle comodità che nessun altro avrebbe potuto desiderare tutte insieme e che viveva felice con i suoi numerosi figli che erano tutti principi e principesse.


... abitava nel più bel castello che sia mai esistito
Ma un brutto giorno dovendo per ufficio andar lontano e separarsi quindi dai suoi figli, pensò di affidare a loro le chiavi di casa perché vi potessero abitare, anche in sua assenza, senza preoccupazioni.
Quindi radunati i dignitari, il seguito, la scorta, i servi ed i bagagli, insieme ai figli che lo avrebbero accompagnato per un po’, usciti tutti dal castello, il re ne chiuse la porta a chiave e finalmente partirono.
Arrivati alla strada maestra, si divisero, e chi proseguiva si voltava ogni tanto a salutare, e chi tornava a rispondere al saluto, finché non si persero di vista l’un l’altro.
Ma quale non fu la sorpresa dei principi quando, una volta davanti alla porta di casa, si accorsero che, se anche ognuno di loro aveva una chiave, purtroppo nessuna di esse riusciva ad aprire.
Cercarono allora di scuotere la serratura con pugni e spintoni, ma era troppo robusta per cedere, perché era stata fatta per resistere ai ladri.
Provarono ad entrare dalle finestre, ma erano munite di inferiate impenetrabili, collocate apposta per proteggere i tesori e i preziosi raccolti nelle stanze del castello.
Qualcuno tentò persino di entrare dai comignoli, qualcun altro di scoperchiare il tetto, ma non riuscirono nemmeno ad infilare il naso in qualche fessura.
E così dovevano rimanere tutti fuori della loro casa, senza una lira, senza un vestito per cambiarsi, senza nemmeno un ombrello per ripararsi, come dei poveracci esposti al freddo e senza pane da mangiare.
Eppure tutti avevano una chiave ed ogni chiave entrava nella toppa del portone e girava anche nella serratura, ma nessuna di esse riusciva ad aprire.
Così per necessità uno si rifugiò nel pollaio, un altro nel fienile, un altro ancora nella stalla; insomma ognuno trovò il suo buco, come un qualsiasi mendicante che si rintana da qualche parte, per paura di essere scoperto e scacciato via dal padrone.
E pensare invece che erano i figli del re!
Finché a uno di loro non venne in mente una cosa a prima vista un po’ strana: che forse, per aprire, avrebbero dovuto usare tutte le chiavi, una dopo l’altra, nessuna esclusa.
Provarono e, con loro grande meraviglia, il portone si spalancò d’incanto e poterono finalmente entrare al caldo e sedersi intorno alla tavola imbandita.
E poiché in quel castello non mancava niente, e anche oggi non manca niente, e vi sono tutte le comodità, se andate da loro, li troverete felici e contenti, e vi racconteranno la storia delle chiavi che erano tutte necessarie, per entrare nella loro casa.
Ma forse è proprio questo il vero motivo per cui ognuno di noi non abita in un magnifico castello e deve accontentarsi della dimora che ha, perché si trova sempre da solo davanti al suo portone, con una sola chiave per aprirlo e, con lui, non entra nessuno a fargli compagnia.


vedi sulle PAGINE il testo del libro completo